Quanta luce è necessaria sul posto di lavoro per ottenere un effetto biologico sul corpo?

Perché il tema “luce sana” non vi interessa molto.

Mentre io sono qui a parlare dell’effetto stimolante della luce, di una migliore qualità del sonno e di una maggiore produttività, voi sareste già soddisfatti se sul luogo di lavoro riusciste a capire tutto correttamente senza fare salti mortali e affaticarvi. Ogni anno in primavera arriva il momento in cui vi chiedete se la vostra vista è peggiorata o se l’illuminazione non è adeguata. Probabilmente entrambi. E adesso? Vi mostrerò come scoprire se sul posto di lavoro è presente un’illuminazione corretta e, in caso contrario, vi svelerò quali sono i piccoli cambiamenti adeguati da apportare così da ottenere un ottimo risultato. “Miriam Döhner, esperta di Human Centric Lighting (HCL) presso l’azienda planlicht, consiglia di rimanere sempre il più possibile vicino alla curva naturale della luce senza utilizzare “Booster” brevi. Solo al mattino una componente blu più alta aiuta rispetto alla luce del giorno, quando i ricettori negli occhi sono più attivi e la discrepanza tra la luce naturale è alta: 10 000 lux all’aria aperta sarebbero un illuminamento più alto migliore rispetto ai 500 lux richiesti sul posto di lavoro (idealmente circa 1200 lux).[…] secondo Miriam Döhner, i dipendenti dovrebbero poter intervenire per non sentirsi limitati. Avrebbero però bisogno di corsi di formazione per capire che una breve attivazione durante le ore serali della luce blu può avere conseguenze negative. Per motivi energetici, il cambiamento individuale durante i progetti è efficacie solo per un’ora.”
Juliane Brau per “Licht”

Illuminazione sul posto di lavoro

Il nostro approccio qui all’azienda planlicht per Human Centric Lighting è basato sulle norme attuali, sulla nostra esperienza e sui risultati della fototerapia. Studi, consigli e norme attuali sul tema luce in ufficio e illuminazione die luoghi di lavoro tengono conto di norme per una progettazione dell’illuminazione architettonica sana. Tutto ciò si basa sulla percezione delle persone. Per esempio, le norme per la sicurezza sul lavoro per quanto riguarda l’abbagliamento e la sicurezza degli occhi. Le esperienze acquisite da progetti come quello svolto nel palazzo degli uffici Omicron a Voralberg fluiscono direttamente nel nostro repertorio di dati. Da quale livello la luce ha effetti positivi? Come viene utilizzata? Quali risultati si ottengono? Questo è quello che viene studiato nella fototerapia psicologica in modo da poter far fluire i risultati nei nostri progetti. (A questo riguardo è presente un altro articolo).
Dunque, la domanda è sempre la stessa ed è in realtà anche molto semplice: “A questo punto, cosa consigliate per l’ufficio o per il luogo di lavoro?
Tuttavia, la risposta non è così semplice. Poiché ciò che io consiglio deve ricollegarsi alla realtà. Non è vero? Io e molti altri propabilmente preferiremmo che l’ufficio fosse inondato dalla luce naturale del giorno, come la terrazza sul tetto del nostro ufficio però senza i riflessi accecanti sul monitor, senza abbagliamenti e senza vento, grazie. Per poter riprodurre questo situazione durante le giornate nuvolose attraverso una luce artificiale ci servirebbero 10.000 lx sistemati in ogni direzione come all’aperto ma sempre e comunque senza abbagliamento. Inoltre, quando splende il sole abbiamo un po’ più di luce diretta con intensità più alte et Voilà. Non è possibile. Così tanta luce in un ambiente interno non sarebbe solamente molto costosa ma anche affaticante, visto che i nostri occhi non hanno la stessa libertà di movimento quando lavoriamo alla scrivania in confronto a quando siamo all’aperto e quindi devono concentrarsi su una breve distanza, cosa che per gli occhi è di per sé già abbastanza faticosa. La luce dovrebbe offrire il massimo rilassamento possibile. Ma a questo punto quanta luce è troppa, sufficiente o troppo poca? La norma richiede 500 Lux. Questo valore rispecchia un ufficio ben illuminato. Tuttavia, ci siamo abituati a recepire questa norma come se fosse piuttosto un consiglio; in realtà si tratta di un requisito minimo. Qui ci vengono mostrati solo i limiti minimi o massimi, ma soprattutto per quanto riguarda l’illuminamento in ufficio la norma non dovrebbe affermare: “l’illuminamento non può essere inferiore ai 500 Lux” ma piuttosto indicare un dato più preciso come: “l’illuminamento dovrebbe essere tra 500-2000 lux” In questo caso quasi nessuno sceglierebbe un illuminamento di 500 lux. Stessa norma, altra formulazione. Ma è esattamente quello che sta succedendo attualmente: ci accontentiamo del valore minimo. Dunque, cosa consigliamo per l’ufficio?Per cominciare dobbiamo smetterla con questo tipo di pianificazione. Cari costruttori, volete veramente utilizzare il valore minimo?

Come illumino un luogo di lavoro?

  1. Addio al valore minimo. 500 lx (la maggior parte delle volte) non sono sufficienti.
    Nell’ultima revisione della norma EN 12464 la priorità riguardava l‘efficienza energetica e le riduzione die costi. Una luce a buon mercato. Questo è quello che abbiamo adesso, ma ora a questo segue una nuova corrente di pensiero: una luce migliore. Che questa luce migliore debba essere infine efficiente dal punto di vista energetico è fuori discussione. In virtù di raccomandazioni più recenti viene richiesto l‘1% in più di luce per anno di vita dopo i 32 anni. Questo significa che all’età di 60 anni necessiterete di quasi il doppio della quantità di luce rispetto alla quantità consigliata dalla norma. Minimo 1000 lx.
  2. Illuminare suddividendo i compiti.
    Le stanze non devono essere tappezzate di lampade per ottenere l’illuminamento consigliato. A seconda dell’arredamento e delle mansioni, le zone all‘interno di una stanza vengono pianificate e suddivise in 150lx, 300lx, 500lx und 750lx. Grazie a questa illuminazione ripartita negli ambiti di lavoro e all’illuminazione parziale delle superfici si risparmia energia.
  1. Illuminazione di superficie funziona
    “Ricerche mostrano che un illuminamento da 500 a 1500 è sufficiente se attraverso un’illuminazione di superficie vengono raggiunti molti recettori sulla retina. Inoltre, nel caso in cui la luce sia simile allo spettro cromatico della luce diurna e la temperatura di colore vari in modo dinamico durante il giorno, allora questa viene percepita in modo piacevole dalle persone e raggiunge il suo scopo biologico positivo.” (Oliver Stefani in LightWork) Non dimenticate le superfici verticali! Per gli schermi sul posto di lavoro e la scrivania si è dimostrato valido un rapporto 1:3 (la parete ha un terzo della luminosità della superficie di lavoro). Con ciò parliamo della luminanza; questo significa che le superfici e i materiali giocano anch’essi un ruolo importante. È ancora possibile anche un rapporto da 1:2 a 1:5. La luce sulle pareti e sulle superfici verticali (armadi ecc.) assicura un’illuminazione più omogenea in tutta la stanza, una maggiore luminosità della stanza nel suo complesso e una percezione meno abbagliante di un illuminamento alto. Attraverso grandi superfici luminose vengono raggiunti molti ricettori che si trovano sulla retina. I ricettori responsabili dell’effetto biologico, non visivo, si trovano nella parte inferiore e alla periferia dei nostri occhi in modo che una grande superficie luminosa, come il cielo per esempio, possa attivarli al meglio.

Nella pratica

Quale illuminamento corrisponde ad un andamento adeguato alle persone? In uno dei nostri progetti, un palazzo con uffici a Vorarlberg, abbiamo avuto la possibilità di scoprirlo in una campionatura. Nelle stanze-campione, che dovevamo allestire in modo tale da raggiungere una media di 2000 lx, i dipendenti dovevano testare diversi scenari di illuminazione e scoprire quale gli piacesse di più. Abbiamo abbinato l’illuminazione degli ambienti e l’illuminazione a pareti in modo che tutte le lampade dimmerassero insieme diventando più scure e che il rapporto di luminosità tra parete e campo visivo rimanesse uguale. I dipendenti hanno lavorato in questo ambiente per un paio di settimane, hanno provato e impostato le illuminazioni per ottenere il risultato desiderato e alla fine del periodo di prova hanno stabilito quale sarebbe stata l’illuminazione dell’intero edificio. Da questo test risultò che l’illuminamento preferito, con il quale si poteva lavorare al meglio e in modo rilassato, ammonta a 1350 lx. Non c’è da stupirsi se si intende la norma come limite minimo assoluto. Un andamento della luce diurna automatico attiva di mattina con una luce fredda e di sera trasforma la luce in una luce calda con toni ambrati. I dipendenti trovano questo andamento della luce particolarmente piacevole, naturale e stimolante. Il controllo della luce artificiale corrisponde all’andamento naturale dell’attenzione e concentrazione durante il giorno.

Fototerapia

“Nell’ambito della Fototerapia il paziente si espone ad una luce di minino 2500 lx, meglio ancora 10.000 lx. Questo avviene quotidianamente per una settimana o più, preferibilmente al mattino da 30 a 40 minuti. Alle nostre latitudini, una passeggiata durante una giornata invernale nuvolosa offre tuttavia una quantità di luce equiparabile e in più offre movimento e aria fresca.” (Arzneimittelkommission der deutschen Ärzteschaft AkdÄ) Adesso non resta altro che uscire all’aria fresca. Tuttavia, per la maggior parte dei lavoratori una giornata lavorativa invernale è strutturata nel modo seguente: andare alla macchina al buio, dalla macchina all’entrata del posto di lavoro e alla sera di nuovo al buio il contrario. Siamo dunque esposti alla luce diurna solamente nel fine settimana. L’idea di potersi somministrare la propria dose di luce in ufficio o al banco di lavoro in officina non è per niente male. Dal punto di vista della fototerapia, dato che la dose conta (cioè la quantità di fotoni che arrivano all’occhio) l’illuminamento non deve ammontare a 10.000 lx e non deve essere somministrato in 30 minuti. 1250 lx raggiungono lo stesso scopo nel quadruplo del tempo.

Il contrasto è abbagliamento

Se c’è un valore minimo per l’illuminamento allora ci deve essere anche un valore massimo. Quando c’è troppa luce sul posto di lavoro? Ovvio: quando c’è un abbagliamento. L‘abbagliamento dipende spesso dal contrasto ovvero dallo sfondo. Un’illuminazione omogenea viene percepita come meno abbagliante, viene percepita ad alto contrasto, quando si alternano superfici molto chiare a superfici scure. Dunque, dosi di luce elevate devo essere trasmesse attraverso superfici illuminate in modo omogeneo o da superfici luminose omogenee. Per calcolare l’effetto di abbagliamento si utilizza il procedimento UGR (unified glare rating). Nella norma DIN 5035 parte 1 è stata stabilita come massima luminanza media consentita 500 cd/ m², se l’abbagliamento deve essere limitato secondo un valore UGR di 19. “Contrariamente a molte opinioni, il valore UGR non è una pura caratteristica di una lampada. Si tratta in realtà più dell’interazione tra il “livello di luminosità” delle superfici luminose di una lampada in rapporto con il “livello di luminosità” dell’ambiente circostante, della posizione dell’osservatore, così come della direzione dello sguardo dell’osservatore”. (Klaus Bieckmann per DIAL)

Bibliografia

Arzneimittelkommission der deutschen Ärzteschaft (AkdÄ) (2006): Empfehlungen zur Therapie der Depression. 2. Auflage. In: Arzneiverordnung in der Praxis.
Pross, Achim; Stefani, Oliver; Bossenmaier, Sebastian; Bues, Matthias: Studie LightWork.
Riemersma-van der Lek, Rixt F; Swaab, Dick F.; Twisk, Jos; Hol, Elly M.; Hoogendijk, Witte J. G.; Someren, Eus J. W. Van (2008): Effect of Bright Light and Melatonin on Cognitive and Noncognitive Function in Elderly Residents of Group Care Facilities: A Randomized Controlled Trial. In: JAMA 299 (22), S. 2642–2655. DOI: 10.1001/jama.299.22.2642 .
Wessolowski, Nino (2014): Wirksamkeit von Dynamischem Licht im Schulunterricht. Dissertation. Universität Hamburg, Hamburg.
DIN 12464
DIN Spec 60767
DIN Spec 5031-100